Migliore band in attività (sondaggio - Il sole 24 ore)
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Migliore band in attività (sondaggio - Il sole 24 ore)
Fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2010-06-03/contro-stones-corsa-titolo-125500.shtml?uuid=AYmleZvB#continue
Qui per votare la migliore band in attività:
http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2010-06-03/contro-stones-corsa-titolo-125500.shtml?sondaggi&uuid=AYmleZvB
U2 contro Stones e Red Hot. Corsa al titolo di più grande rock band (in attività)
Il carisma messianico di Bono o le acrobazie bassistiche di Flea? Quel fascino un po' provinciale di Chris Martin o la divertita insolenza di Billie Joe Armstrong? I ritmi sincopati dei Franz Ferdinand o gli immortali riff marchio di fabbrica di Keith Richards? Se c'è una domanda che rischia di mettere in crisi persino il musicofilo più attento, è di sicuro la seguente: qual è la migliore rock and roll band in attività?
Un interrogativo che confonde per almeno due motivi. Uno: dalla scena della musica popolare per eccellenza sono scomparsi moltissimi nomi «ecumenici», quei gruppi che, cioè, catalizzavano l'interesse di milioni di fan in tutto il mondo, mettevano d'accordo un po' tutti e facevano cadere ogni possibile disputa. In pratica, niente più Beatles, Led Zeppelin, Pink Floyd e nemmeno Nirvana. Due: chi si pone la suggestiva domanda e non ha già in tasca la tessera di un fan club rischia di vedere idealmente confliggere nella propria mente artisti che vivono di rendita per fasti trascorsi da almeno qualche decennio, nobili decaduti dell'ordine della chitarra elettrica e complessi che hanno lasciato intravedere grandi potenzialità, pur non avendo ancora raggiunto la piena maturità espressiva. Come dire: la questione è di somma opinabilità. Ma proprio per questo si presta a diventare un gioco molto divertente.
In cima alla lista ci sono di sicuro le band che vantano almeno un disco di platino in bacheca e (soprattutto) un'ampia saggistica dedicata. Gli irlandesi U2 non saranno un gruppo ecumenico ma ci si avvicinano di molto: hanno dato alle stampe album memorabili come «The Joshua Tree» e «Achtung Baby», in più non c'è data di un loro tour che non finisca sold out. Il loro ideale contraltare americano è rappresentato dai R.E.M., sbocciati nella stessa epoca (gli anni Ottanta, of course) e in grado di mantenere la barra più o meno dritta fino alle sfide del nuovo millennio. Curriculum da band molto alternativa e talento per la scrittura fuori dal comune rendono poi unici i californiani Red Hot Chili Peppers. Difficile trovare nell'occidente globalizzato un ascoltatore medio che non si sia mai imbattuto nella ballad «Under the bridge», dimostrazione pratica di come un pezzo tutt'altro che commerciale possa trasformarsi in best seller mondiale. Ci sono poi gli inglesi Radiohead, alfieri di uno sperimentalismo inquieto («Ok Computer» figura tra i dischi più importanti degli ultimi vent'anni), i raffinati Coldplay che finora non hanno sbagliato un colpo e i Green Day, partiti come punk band orecchiabile a uso e consumo dei teen ager e abili ad affermarsi come l'ultimo gruppo in grado di rivitalizzare il genere rock opera («American Idol» è un classico anche a Broadway).
Nulla di paragonabile – secondo qualcuno – ai crismi di chi calcava i palcoscenici nei favolosi anni Sessanta e, nonostante gli acciacchi dell'età, è ancora in sella, «alive and kicking». Il pensiero va naturalmente ai Rolling Stones, band ecumenica che in quasi cinquant'anni di attività ha cambiato spesso formazione ma è rimasta sempre fedele a sé stessa. Ci sarà un motivo se la ristampa rimasterizzata di «Exile on main street» si è aggiudicata la vetta delle charts britanniche… Gli aficionados del genere progressive, invece, potrebbero votare per i Genesis, i Jethro Tull o l'ensemble italiano della Premiata Forneria Marconi, anche loro attivi da più di quarant'anni, bravi a mettere d'accordo appassionati e critica nei Seventies, oggi grandi attrattori di pubblico nonostante formazioni ultra-rimaneggiate. Chi ama l'hard rock classico non ha da fare altro che sposare la causa di Deep Purple, Aerosmith o quella dei di loro trucidi epigoni californiani Guns n' Roses, tornati in auge con il recente «Chinese Democracy».
Come dite? Non sono altro che dinosauri ridottisi a fare le cover band di sé stessi? Se preferite ricordare i padri nobili del genere com'erano quando avevano vent'anni, se per voi il rock deve guardare sempre al futuro, allora potreste puntare sugli umori elettronici dei Muse, sulla cattiveria «emo» dei 30 Seconds to Mars oppure virare verso la scena scozzese, tra le melodie conturbanti di Belle and Sebastian e le sincopi che hanno fatto la fortuna dei Franz Ferdinand. I nostalgici del grunge anni Novanta faranno fatica a non tributare riconoscimenti a Pearl Jam, Soundgarden o Alice in Chains, quelli del trip-hop sceglieranno i Massive Attack, quelli del Brit-pop porteranno per sempre appuntata sul cuore la spilletta degli Oasis oppure benediranno la reunion dei Blur di Damon Albarn. A pensarci bene, quest'ultimo è l'unico artista che, nella corsa al titolo di più grande rock and roll band in attività, fa concorrenza a sé stesso: nei panni di 2D, il suo alter ego cartoon, guida infatti i Gorillaz, band virtuale naturalmente proiettato verso il rock del futuro. Non vi pare? A voi la scelta.
Qui per votare la migliore band in attività:
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U2 contro Stones e Red Hot. Corsa al titolo di più grande rock band (in attività)
Il carisma messianico di Bono o le acrobazie bassistiche di Flea? Quel fascino un po' provinciale di Chris Martin o la divertita insolenza di Billie Joe Armstrong? I ritmi sincopati dei Franz Ferdinand o gli immortali riff marchio di fabbrica di Keith Richards? Se c'è una domanda che rischia di mettere in crisi persino il musicofilo più attento, è di sicuro la seguente: qual è la migliore rock and roll band in attività?
Un interrogativo che confonde per almeno due motivi. Uno: dalla scena della musica popolare per eccellenza sono scomparsi moltissimi nomi «ecumenici», quei gruppi che, cioè, catalizzavano l'interesse di milioni di fan in tutto il mondo, mettevano d'accordo un po' tutti e facevano cadere ogni possibile disputa. In pratica, niente più Beatles, Led Zeppelin, Pink Floyd e nemmeno Nirvana. Due: chi si pone la suggestiva domanda e non ha già in tasca la tessera di un fan club rischia di vedere idealmente confliggere nella propria mente artisti che vivono di rendita per fasti trascorsi da almeno qualche decennio, nobili decaduti dell'ordine della chitarra elettrica e complessi che hanno lasciato intravedere grandi potenzialità, pur non avendo ancora raggiunto la piena maturità espressiva. Come dire: la questione è di somma opinabilità. Ma proprio per questo si presta a diventare un gioco molto divertente.
In cima alla lista ci sono di sicuro le band che vantano almeno un disco di platino in bacheca e (soprattutto) un'ampia saggistica dedicata. Gli irlandesi U2 non saranno un gruppo ecumenico ma ci si avvicinano di molto: hanno dato alle stampe album memorabili come «The Joshua Tree» e «Achtung Baby», in più non c'è data di un loro tour che non finisca sold out. Il loro ideale contraltare americano è rappresentato dai R.E.M., sbocciati nella stessa epoca (gli anni Ottanta, of course) e in grado di mantenere la barra più o meno dritta fino alle sfide del nuovo millennio. Curriculum da band molto alternativa e talento per la scrittura fuori dal comune rendono poi unici i californiani Red Hot Chili Peppers. Difficile trovare nell'occidente globalizzato un ascoltatore medio che non si sia mai imbattuto nella ballad «Under the bridge», dimostrazione pratica di come un pezzo tutt'altro che commerciale possa trasformarsi in best seller mondiale. Ci sono poi gli inglesi Radiohead, alfieri di uno sperimentalismo inquieto («Ok Computer» figura tra i dischi più importanti degli ultimi vent'anni), i raffinati Coldplay che finora non hanno sbagliato un colpo e i Green Day, partiti come punk band orecchiabile a uso e consumo dei teen ager e abili ad affermarsi come l'ultimo gruppo in grado di rivitalizzare il genere rock opera («American Idol» è un classico anche a Broadway).
Nulla di paragonabile – secondo qualcuno – ai crismi di chi calcava i palcoscenici nei favolosi anni Sessanta e, nonostante gli acciacchi dell'età, è ancora in sella, «alive and kicking». Il pensiero va naturalmente ai Rolling Stones, band ecumenica che in quasi cinquant'anni di attività ha cambiato spesso formazione ma è rimasta sempre fedele a sé stessa. Ci sarà un motivo se la ristampa rimasterizzata di «Exile on main street» si è aggiudicata la vetta delle charts britanniche… Gli aficionados del genere progressive, invece, potrebbero votare per i Genesis, i Jethro Tull o l'ensemble italiano della Premiata Forneria Marconi, anche loro attivi da più di quarant'anni, bravi a mettere d'accordo appassionati e critica nei Seventies, oggi grandi attrattori di pubblico nonostante formazioni ultra-rimaneggiate. Chi ama l'hard rock classico non ha da fare altro che sposare la causa di Deep Purple, Aerosmith o quella dei di loro trucidi epigoni californiani Guns n' Roses, tornati in auge con il recente «Chinese Democracy».
Come dite? Non sono altro che dinosauri ridottisi a fare le cover band di sé stessi? Se preferite ricordare i padri nobili del genere com'erano quando avevano vent'anni, se per voi il rock deve guardare sempre al futuro, allora potreste puntare sugli umori elettronici dei Muse, sulla cattiveria «emo» dei 30 Seconds to Mars oppure virare verso la scena scozzese, tra le melodie conturbanti di Belle and Sebastian e le sincopi che hanno fatto la fortuna dei Franz Ferdinand. I nostalgici del grunge anni Novanta faranno fatica a non tributare riconoscimenti a Pearl Jam, Soundgarden o Alice in Chains, quelli del trip-hop sceglieranno i Massive Attack, quelli del Brit-pop porteranno per sempre appuntata sul cuore la spilletta degli Oasis oppure benediranno la reunion dei Blur di Damon Albarn. A pensarci bene, quest'ultimo è l'unico artista che, nella corsa al titolo di più grande rock and roll band in attività, fa concorrenza a sé stesso: nei panni di 2D, il suo alter ego cartoon, guida infatti i Gorillaz, band virtuale naturalmente proiettato verso il rock del futuro. Non vi pare? A voi la scelta.
Falco- Markettaro/a "The Unforgettable Fire"
-
Numero di messaggi : 290
Età : 42
Località : Napoli - Din Din Higuain, Din Don Callejon
Umore : Umore??? hehe!!!
Data d'iscrizione : 14.07.08
Re: Migliore band in attività (sondaggio - Il sole 24 ore)
Be sinceramente anche se da fan udduico la vincono i Rolling senza ombra di dubbio! Ma come si fà a fare sto sondaggi dai!!!! Sarebbe come dire:
Trà uno scontro diretto vincerebbe Valentino o Simoncelli??
Trà uno scontro diretto vincerebbe Valentino o Simoncelli??
Re: Migliore band in attività (sondaggio - Il sole 24 ore)
per me gli U2 sono superiori ai rolling! sarò anche di parte, ma per me non c'è storia!
Re: Migliore band in attività (sondaggio - Il sole 24 ore)
Guardate avete un po tutti ragione! Questi sondaggi sono inutili, anche perchè mancano gli ACDC, i Kiss.... però dai vedere i Red Hot cosi in alto, con tutto il rispetto per Flea
Questo link era sponsorizzato su un forum italiano dei Peppers.....
Pare che il recupero sia ultimato
Questo link era sponsorizzato su un forum italiano dei Peppers.....
Pare che il recupero sia ultimato
Falco- Markettaro/a "The Unforgettable Fire"
-
Numero di messaggi : 290
Età : 42
Località : Napoli - Din Din Higuain, Din Don Callejon
Umore : Umore??? hehe!!!
Data d'iscrizione : 14.07.08
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