10 - Scarlet
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10 - Scarlet
Brano molto particolare e suggestivo, unico.
Forse in origine era solo un pezzo strumentale per il quale Bono non era riuscito a comporre un testo adatto, ma la sua semplicità gli ha permesso di superare la prova del tempo. Edge suona ancora una volta il piano, Adam Clayton contribuisce con un giro di basso risonante e melodico, Larry svolge il suo ruolo di percussionista con discrezione ammirabile. L’influenza dei dischi Gregoriani di Paul McGiunness si ritrova nel modo in cui Bono pronuncia i versi del coro:
“Rejoice
Rejoice
Rejoice”
(Gioisci
Gioisci
Gioisci)
Solamente una parola, ma molto significativa: “Rejoice”. Scarlet, nome che in origine doveva nominare il secondo album del gruppo irlandese, è attraversato da un unico coro che si ispira al salmo 6 e in parte al salmo 40 (che verrà ripreso maggiormente in seguito nell’omonima canzone)
Come per la Bibbia, anche per Bono il canto di gioia è il canto che Dio ha messo sulle labbra del salmista: “He placed a new song in my mouth” – “Egli ha posto un canto nuovo sulle mie labbra” (Sal 40, 4) per lodare e servire: “Let all who seek you rejoice” – “Esultino e gioiscano in te quanti ti cercano” (Sal 40, 17) dando gloria al Signore.
Così racconta Bono del suo grande amore per i Salmi: “A dodici anni adoravo Davide: per me era come una popstar, le parole dei Salmi erano poesia e lui era un divo. C’è da dire che, prima di diventare profeta e re di Israele, Davide aveva dovuto subirne parecchie: era andato in esilio e poi finì in una caverna dove fece i conti con se stesso e con Dio. Ed è proprio lì che la soap opera si fa interessante: Davide compone il suo primo salmo, un blues.”
Fortemente in questo album, ma anche nei dischi futuri, uno dei punti di forza di Bono è proprio la capacità di comunicare, di semplificare senza travisare il messaggio, di ridurre in tre minuti migliaia di pagine delle Sacre Scritture. Senza perderne l’intensità.
Forse in origine era solo un pezzo strumentale per il quale Bono non era riuscito a comporre un testo adatto, ma la sua semplicità gli ha permesso di superare la prova del tempo. Edge suona ancora una volta il piano, Adam Clayton contribuisce con un giro di basso risonante e melodico, Larry svolge il suo ruolo di percussionista con discrezione ammirabile. L’influenza dei dischi Gregoriani di Paul McGiunness si ritrova nel modo in cui Bono pronuncia i versi del coro:
“Rejoice
Rejoice
Rejoice”
(Gioisci
Gioisci
Gioisci)
Solamente una parola, ma molto significativa: “Rejoice”. Scarlet, nome che in origine doveva nominare il secondo album del gruppo irlandese, è attraversato da un unico coro che si ispira al salmo 6 e in parte al salmo 40 (che verrà ripreso maggiormente in seguito nell’omonima canzone)
Come per la Bibbia, anche per Bono il canto di gioia è il canto che Dio ha messo sulle labbra del salmista: “He placed a new song in my mouth” – “Egli ha posto un canto nuovo sulle mie labbra” (Sal 40, 4) per lodare e servire: “Let all who seek you rejoice” – “Esultino e gioiscano in te quanti ti cercano” (Sal 40, 17) dando gloria al Signore.
Così racconta Bono del suo grande amore per i Salmi: “A dodici anni adoravo Davide: per me era come una popstar, le parole dei Salmi erano poesia e lui era un divo. C’è da dire che, prima di diventare profeta e re di Israele, Davide aveva dovuto subirne parecchie: era andato in esilio e poi finì in una caverna dove fece i conti con se stesso e con Dio. Ed è proprio lì che la soap opera si fa interessante: Davide compone il suo primo salmo, un blues.”
Fortemente in questo album, ma anche nei dischi futuri, uno dei punti di forza di Bono è proprio la capacità di comunicare, di semplificare senza travisare il messaggio, di ridurre in tre minuti migliaia di pagine delle Sacre Scritture. Senza perderne l’intensità.
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