Intervista ad Andrea Morandi su 'Songs Of Innocence'
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Intervista ad Andrea Morandi su 'Songs Of Innocence'
In occasione dell'uscita di Songs Of Innocence abbiamo fatto due chiacchiere con chi ama talmente tanto gli U2 al punto da passare parte della propria vita a scriverci sopra un bellissimo libro. Stiamo parlando di Andrea Morandi autore dell'ormai famoso U2. The Name Of Love., divorato da moltissimi fan italiani e non solo. Andrea lo abbiamo conosciuto ed apprezzato in occasione dell'incontro sul suo libro tenuto a Firenze a febbraio 2011 al 2° Raduno Ufficiale di U2Market. E già in occasione dell'uscita del ventennale di Achtung Baby avevamo pubblicato una sua intervista sul nostro portale. Ringraziandolo per la sua consueta disponibilità eccovi le sue impressioni.
Ciao Andrea! Intanto grazie della tua consueta disponibilità. Nella precedente intervista su U2Market, in occasione del ventennale di Achtung Baby, ti avevamo chiesto quali U2 ci saremo dovuti attendere in futuro. La tua risposta fu: "Ci aspettano quelli di Fez/Being Born e non quelli di Magnificent. Gli U2 per sorprendere devono innanzitutto sorprendersi. Da questo punto di vista sono fiducioso... con il prossimo disco Bono vorrà dire a tutti che, artisticamente, gli U2 sono ancora uno dei gruppi a cui guardare. Conoscendone l'ambizione e la determinazione è davvero difficile che non ci riesca". Tre anni dopo quell'intervista ti chiediamo: gli U2 sono riusciti a sorprenderti e a tornare il gruppo a cui guardare?
"Faccio una premessa per sgomberare il campo dalle (troppe) recensioni e opinioni che sono piovute addosso su Songs Of Innocence. Ascoltate le prime due canzoni ho temuto il peggio, che gli U2 si fossero dimenticati di essere gli U2. Poi, ascolto dopo ascolto, il disco è cresciuto, dalla traccia 4 a The Troubles è un disco che continua a salire, che ti arriva a cuore, testa e orecchie e che ha un'unità tematica molto forte e precisa. Questo per dire che se non lo ascolti, non lo capisci e rimani con il tuo pregiudizio. Mi ha colpito molto il ritorno al tempo perduto degli anni Settanta, un aspetto del disco molto forte: ascoltare un uomo di 54 anni che ricorda la madre morta quarant'anni prima, la casa dell'infanzia e gli amici non usciti vivi dalla loro adolescenza non è una cosa comune sulla scena musicale contemporanea, piuttosto avara."
Cosa hai provato quando martedì 9 settembre, inaspettatamente, hai appreso che avresti potuto ascoltare l'intero album degli U2, aspettato 5 anni e mezzo, nel giro di pochi minuti?
"Direi che è stato un corto circuito assoluto: aspettare cinque anni per poi sapere di averlo a portata di mano in cinque minuti è stato spiazzante. Ma è stata un'intuizione geniale: gli U2 hanno capito il potenziale enorme della distribuzione digitale, dove non esistono più date, negozi o singoli da lanciare in vista del disco, esiste solo il qui e ora, e il momento in cui decidi di fare una cosa puoi farla ascoltare al mondo intero. È lo ZooTv diventato realtà, la giungla virtuale che accomuna Tokyo, Milano e New York, la Sicilia e il Canada, la provincia e il mondo. Non esistono più confini."
A proposito di questo... si sono mosse molte critiche per il modo con cui è stata data la possibilità ai fan di scaricare l'album, e mi riferisco ovviamente all'accordo con Apple. Quale è la tua opinione su quest'ultima mossa degli U2: operazione riuscita oppure operazione da dimenticare?
"Che l'operazione sia riuscita lo dicono i numeri, non servono le opinioni: una mossa da 100 milioni di dollari – pagati dalla Apple agli U2 – e oltre 40 milioni di download significa che Songs of Innocence è arrivato a più persone di The Joshua Tree, che credo oggi sia a quota 27 milioni. Per giudicare l'operazione in toto però bisogna aspettare il 13 ottobre e il disco fisico, in cui pare ci sia una versione totalmente acustica dell'intero album. Solo lì capiremo la portata artistica dell'intero lavoro. Non dimentichiamo una cosa: in un momento storico in cui l'hip hop e il pop dominano classifiche e numeri, gli U2 sono riusciti a riportare l'attenzione sul rock."
Si è parlato parecchio anche della possibilità, diventata quasi una certezza, di almeno uno o forse addirittura due nuovi album nel giro di breve tempo. Anche in questo caso ti chiediamo se secondo te è una mossa azzeccata da parte degli U2?
"Secondo Bono, Songs of Innocence verrà seguito da Songs of Experience seguendo il libro di William Blake che era diviso allo stesso modo. Io credo che se gli U2 seguono una linea precisa dettata dalla loro ispirazione le cose funzionano, sempre, perché c'è un'unità tematica. Accadde con la coppia Joshua Tree e Rattle and Hum, poi con Achtung Baby e Zooropa, dischi figli di uno stesso momento."
Tornando nello specifico di Songs Of Innocence, qual è secondo te la canzone portabandiera del nuovo sound degli U2? E, già che parliamo di singoli pezzi, qual è in questi primi giorni di ascolto il pezzo che più ti ha emozionato e quello invece che reputi più debole?
"Su quello che più mi ha emozionato la risposta è molto facile: Sleep Like A Baby credo sia una delle cose migliori scritte dagli U2 negli ultimi vent'anni, un pezzo magnetico, affascinante e al contempo inquietante per il tema – la pedofilia – con la chitarra di Edge che Danger Mouse ha saputo valorizzare al massimo. Metto nella stessa categoria anche Iris e Cedarwood Road. L'entrata del disco continua a convincermi poco, The Miracle è un rock muscolare che non mi arriva, preferisco quando gli U2 colpiscono alla testa più che alle gambe."
Non possiamo che terminare anche questa volta con una domanda rivolta al futuro: secondo te Andrea cosa dobbiamo aspettarci dagli U2 nei prossimi mesi? Credi saranno in grado di sorprenderci ulteriormente, magari con un tour molto diverso dal precedente?
"Il tour sarà il prossimo passo per capire se gli U2 sono ritornati a casa. Non so se riusciranno a sorprenderci, ma so che se - e dico se - seguiranno questa logica del tempo perduto anche nella scaletta allora avranno fatto centro. Sogno una parte centrale dove tutte le canzoni dedicate alla madre di Bono si ritrovino, sogno I will follow seguita da Tomorrow, Mofo e chiusa da Iris, sogno Cedarwood Road fusa con Stories for Boys e, lasciatemi pensare in grande, sogno in rapida successione Acrobat, God Part II e Sleep Like A Baby, con chiusura di concerto su Wake Up Dead Man e The Wanderer."
Grazie ancora Andrea per la tua disponibilità a parlare con noi e con chi ci legge della nostra grande passione in comune.
Ciao Andrea! Intanto grazie della tua consueta disponibilità. Nella precedente intervista su U2Market, in occasione del ventennale di Achtung Baby, ti avevamo chiesto quali U2 ci saremo dovuti attendere in futuro. La tua risposta fu: "Ci aspettano quelli di Fez/Being Born e non quelli di Magnificent. Gli U2 per sorprendere devono innanzitutto sorprendersi. Da questo punto di vista sono fiducioso... con il prossimo disco Bono vorrà dire a tutti che, artisticamente, gli U2 sono ancora uno dei gruppi a cui guardare. Conoscendone l'ambizione e la determinazione è davvero difficile che non ci riesca". Tre anni dopo quell'intervista ti chiediamo: gli U2 sono riusciti a sorprenderti e a tornare il gruppo a cui guardare?
"Faccio una premessa per sgomberare il campo dalle (troppe) recensioni e opinioni che sono piovute addosso su Songs Of Innocence. Ascoltate le prime due canzoni ho temuto il peggio, che gli U2 si fossero dimenticati di essere gli U2. Poi, ascolto dopo ascolto, il disco è cresciuto, dalla traccia 4 a The Troubles è un disco che continua a salire, che ti arriva a cuore, testa e orecchie e che ha un'unità tematica molto forte e precisa. Questo per dire che se non lo ascolti, non lo capisci e rimani con il tuo pregiudizio. Mi ha colpito molto il ritorno al tempo perduto degli anni Settanta, un aspetto del disco molto forte: ascoltare un uomo di 54 anni che ricorda la madre morta quarant'anni prima, la casa dell'infanzia e gli amici non usciti vivi dalla loro adolescenza non è una cosa comune sulla scena musicale contemporanea, piuttosto avara."
Cosa hai provato quando martedì 9 settembre, inaspettatamente, hai appreso che avresti potuto ascoltare l'intero album degli U2, aspettato 5 anni e mezzo, nel giro di pochi minuti?
"Direi che è stato un corto circuito assoluto: aspettare cinque anni per poi sapere di averlo a portata di mano in cinque minuti è stato spiazzante. Ma è stata un'intuizione geniale: gli U2 hanno capito il potenziale enorme della distribuzione digitale, dove non esistono più date, negozi o singoli da lanciare in vista del disco, esiste solo il qui e ora, e il momento in cui decidi di fare una cosa puoi farla ascoltare al mondo intero. È lo ZooTv diventato realtà, la giungla virtuale che accomuna Tokyo, Milano e New York, la Sicilia e il Canada, la provincia e il mondo. Non esistono più confini."
A proposito di questo... si sono mosse molte critiche per il modo con cui è stata data la possibilità ai fan di scaricare l'album, e mi riferisco ovviamente all'accordo con Apple. Quale è la tua opinione su quest'ultima mossa degli U2: operazione riuscita oppure operazione da dimenticare?
"Che l'operazione sia riuscita lo dicono i numeri, non servono le opinioni: una mossa da 100 milioni di dollari – pagati dalla Apple agli U2 – e oltre 40 milioni di download significa che Songs of Innocence è arrivato a più persone di The Joshua Tree, che credo oggi sia a quota 27 milioni. Per giudicare l'operazione in toto però bisogna aspettare il 13 ottobre e il disco fisico, in cui pare ci sia una versione totalmente acustica dell'intero album. Solo lì capiremo la portata artistica dell'intero lavoro. Non dimentichiamo una cosa: in un momento storico in cui l'hip hop e il pop dominano classifiche e numeri, gli U2 sono riusciti a riportare l'attenzione sul rock."
Si è parlato parecchio anche della possibilità, diventata quasi una certezza, di almeno uno o forse addirittura due nuovi album nel giro di breve tempo. Anche in questo caso ti chiediamo se secondo te è una mossa azzeccata da parte degli U2?
"Secondo Bono, Songs of Innocence verrà seguito da Songs of Experience seguendo il libro di William Blake che era diviso allo stesso modo. Io credo che se gli U2 seguono una linea precisa dettata dalla loro ispirazione le cose funzionano, sempre, perché c'è un'unità tematica. Accadde con la coppia Joshua Tree e Rattle and Hum, poi con Achtung Baby e Zooropa, dischi figli di uno stesso momento."
Tornando nello specifico di Songs Of Innocence, qual è secondo te la canzone portabandiera del nuovo sound degli U2? E, già che parliamo di singoli pezzi, qual è in questi primi giorni di ascolto il pezzo che più ti ha emozionato e quello invece che reputi più debole?
"Su quello che più mi ha emozionato la risposta è molto facile: Sleep Like A Baby credo sia una delle cose migliori scritte dagli U2 negli ultimi vent'anni, un pezzo magnetico, affascinante e al contempo inquietante per il tema – la pedofilia – con la chitarra di Edge che Danger Mouse ha saputo valorizzare al massimo. Metto nella stessa categoria anche Iris e Cedarwood Road. L'entrata del disco continua a convincermi poco, The Miracle è un rock muscolare che non mi arriva, preferisco quando gli U2 colpiscono alla testa più che alle gambe."
Non possiamo che terminare anche questa volta con una domanda rivolta al futuro: secondo te Andrea cosa dobbiamo aspettarci dagli U2 nei prossimi mesi? Credi saranno in grado di sorprenderci ulteriormente, magari con un tour molto diverso dal precedente?
"Il tour sarà il prossimo passo per capire se gli U2 sono ritornati a casa. Non so se riusciranno a sorprenderci, ma so che se - e dico se - seguiranno questa logica del tempo perduto anche nella scaletta allora avranno fatto centro. Sogno una parte centrale dove tutte le canzoni dedicate alla madre di Bono si ritrovino, sogno I will follow seguita da Tomorrow, Mofo e chiusa da Iris, sogno Cedarwood Road fusa con Stories for Boys e, lasciatemi pensare in grande, sogno in rapida successione Acrobat, God Part II e Sleep Like A Baby, con chiusura di concerto su Wake Up Dead Man e The Wanderer."
Grazie ancora Andrea per la tua disponibilità a parlare con noi e con chi ci legge della nostra grande passione in comune.
Ricordiamo a tutti coloro che vogliono tenersi in contatto con Andrea i link a cui potete trovarlo:
twitter.com/morandi_andrea
instagram.com/morandiandrea
facebook.com/AndreaMorandi.It
Re: Intervista ad Andrea Morandi su 'Songs Of Innocence'
L'hai fatta tu davide l'intervista? ... belle domande. Bravo
Re: Intervista ad Andrea Morandi su 'Songs Of Innocence'
Grazie Dario... ... ha contribuito alla stesura delle domande anche Valentina/Esmeralda...
Re: Intervista ad Andrea Morandi su 'Songs Of Innocence'
Grazie Dario (cmq la maggior parte del lavoro lo ha fatto Davide )
Molto profonde e piene di spunti interessanti le risposte di Andrea Morandi (è sempre un piacere leggere le sue riflessioni sugli U2).
Molto profonde e piene di spunti interessanti le risposte di Andrea Morandi (è sempre un piacere leggere le sue riflessioni sugli U2).
Esmeralda- La Scrittrice
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