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08 - With A Shout (Jerusalem)

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Messaggio Da fabio.angioletti Ven 14 Mag 2010, 01:10

Un’altura si eleva per poco meno di settecento metri sopra Gerusalemme, dove ancora oggi le tradizioni religiose sono inestricabilmente legate: lì secondo i Cristiani è avvenuta l’Ultima Cena di Gesù, prima della sua Passione, lì secondo gli Ebrei è sepolto Davide, il re che fece della città la capitale del regno d’Israele, e lì il cantante degli U2 va a rievocare il momento della conquista di quel regno da parte dello stesso Davide. Che nel 1000 a.C. strappò la città ai Gebusei e ne fece il centro di quella che sarebbe divenuta la nuova città santa:

“Oh, where do we go,
Where do we go from here?
Where to go?
To the side of a hill
Blood was spilt
We were still looking at each other.
But we're going back there?
Jerusalem

Shout, shout, with a shout
Shout it out, shout
Shout it out.”

(Oh, e dove andiamo
Dove andiamo da qui
Dove andare
Verso il fianco di una collina
Il sangue è stato versato
Stavamo ancora guardandoci a vicenda
Ma stiamo ritornando là?
Gerusalemme

Grida, grida, con un grido
Gridalo fuori, grida
Gridalo fuori).

“Shout” è un grido di lode. Esprime la sicurezza delle mura di Gerusalemme, città santa per eccellenza, il cui cuore è l’altura del Monte Sion. Non è difficile comprendere cosa rappresenti Gerusalemme per Bono visto che San Paolo, nella Lettera ai Galati, scrive che “la Gerusalemme di lassù è libera ed è la nostra madre.” (Gal 4, 26). La sicurezza delle mura della città entra in collisione con la fragilità di casa Hewson a Cedarwood Road; una dimora che nell’inconscio del cantante continua a crollare.
Bono lesse il salmo 48, interamente dedicato alla città santa:

Grande è il Signore e degno di ogni lode
nella città del nostro Dio.
Il suo monte santo, altura stupenda,
è la gioia di tutta la terra.
Il monte Sion, dimora divina,
è la città del grande Sovrano.
Dio nei suoi baluardi
è apparso fortezza inespugnabile.
Ecco, i re si sono alleati,
sono avanzati insieme.
Essi hanno visto:
attoniti e presi dal panico,
sono fuggiti.
Là sgomento li ha colti,
doglie come di partoriente,
simile al vento orientale
che squarcia le navi di Tarsis.
Come avevamo udito, così abbiamo visto
nella città del Signore degli eserciti,
nella città del nostro Dio;
Dio l'ha fondata per sempre.
Ricordiamo, Dio, la tua misericordia
dentro il tuo tempio.
Come il tuo nome, o Dio,
così la tua lode si estende
sino ai confini della terra;
è piena di giustizia la tua destra.
Gioisca il monte di Sion,
esultino le città di Giuda
a motivo dei tuoi giudizi.
Circondate Sion, giratele intorno,
contate le sue torri.
Osservate i suoi baluardi,
passate in rassegna le sue fortezze,
per narrare alla generazione futura:
Questo è il Signore, nostro Dio
in eterno, sempre:
egli è colui che ci guida.

Ancora molto presente è il termine Gioisca = Rejoice, filo rosso dell’intero album. Nonostante October sia carico di tensioni, dubbi e lacerazioni, c’è sempre una nota di speranza, di affidamento e di fiducia, di fede che porta alla gioia, a gioire…

Nella parte conclusiva del pezzo Bono torna a cantare in prima persona affermando la volontà di arrivare fino ai piedi del Monte Sion, nonché ai piedi di Dio, Colui che lo fece vedere. Chiarissimo è il riferimento alla crocifissione di Gesù, punto di riferimento cosante per il cantante irlandese:

“I want to go, to the foot of Mount Zion
To the foot of He who made me see
To the side of a hill
Blood was spilt
We were filled with a love
And we’re going to be there again
Jerusalem
Shout, shout, with a shout
Shout, with a shout.”

(Io voglio andare, ai piedi del Monte Sion
Ai piedi di Colui che mi fece vedere
Verso il fianco di una collina
Il sangue è stato versato
Siamo stati colmati con un amore
E torneremo di nuovo là
Gerusalemme
Grida, grida, con un grido
Grida, con un grido).

Due annotazioni di carattere musicale: Edge esegue la stessa introduzione del brano Out Of Control, mentre a metà pezzo si possono ascoltare i fiati della band gospel dei Some Kind of Wonderful di Dublino; che conferisce un tono trionfale al brano.

“Già, c’è un certo trionfalismo in quel pezzo” ammette Bono. “Ma, stranamente, le mura di Gerusalemme o quelle di Gerico erano diventate un’immagine forte del punk, insieme all’idea che portavano con loro; che la musica potesse scuotere le fondamenta. I salmi sono straordinari, anche dal punto di vista musicale. Parlano di tamburi e cembali risonanti e, capisci?, di ossa sepolte che risorgono. La musica intesa come una chiamata per lo spirito. Credo che noi puntassimo a quello.”



fabio.angioletti
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