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04 - Rejoice

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Messaggio Da fabio.angioletti Gio 13 Mag 2010, 18:22

Durante il concerto del 28/11/1981 a Los Angeles, Bono introduce così questa canzone: "A Dublino stanno abbattendo le case nel centro città e stanno spingendo le persone fuori dal centro e le stanno gettando in quartieri fuori città come se fossero qualcosa di non umano. Ma io dico: rallegratevi!"

Una ragazza andò dal preside e gli chiese di annunciare nell’interfono che la scuola (Mount Temple) ormai apparteneva a Gesù! Fu la misura di quanto fosse intenso quel sentimento collettivo. Quasi la metà della scuola visse una specie di esperienza religiosa; un’insegnante aveva influenzato un sacco di gente. Le sue lezioni riguardavano spesso le Sacre Scritture, la cosa attecchì e nel giro di due mesi ci fu un’esplosione di fervore spirituale.

“ Quella del 1976 fu, diciamo, la prima ondata” ricorda Bono “e poi ci fu un altro eco intorno al 1981/1982. Iniziarono ad accadere cose ‘carismatiche’. Fu allora che ci facemmo coinvolgere dal gruppo Shalom. Studiavamo le Scritture ed era straordinario. Mentre tutti quanti pensavano a come sfruttare gli altri o a guadagnar denaro, noi eravamo completamente assorbiti da questa esperienza.”

Rejoice è la celebrazione di quel coinvolgimento spirituale. E anche il rifiuto esplicito delle pretese di gruppi (come i Clash) che in quell’epoca affermavano che il punk fosse la chiave della rivoluzione.

“It's falling, it's falling
And outside a building comes tumbling down
And inside a child on the ground
Says he'll do it again.”

(Sta cadendo, sta cadendo
E fuori un palazzo sta crollando
E dentro un bambino per terra
Dice che lo farà ancora).

In questa prima strofa ci sono molti riferimenti autobiografici: la casa che crolla (ovvero la famiglia, le sicurezze), la morte della madre, l’apparente mancanza di senso del mondo, l’impotenza provata sulla propria pelle riguardo il futuro.

“And what am I to do?
What in the world am I to say?
There's nothing else to do.
He says he'll change the world some day
I rejoice.”

(E dimmi tu come dovrei fare?
Cosa dovrei dire nel mondo?
Non c'è nient'altro da fare.
Lui dice che cambierà il mondo un giorno
Io gioisco).

Ecco che improvvisamente si cambia di registro. Arriva qualcosa ad illuminare il buio della prima strofa. Arriva la Gioia condensata nel grido “I rejoice!”.

“This morning I fell out of bed
When I woke up to what he had said
Everything's crazy
But I'm too lazy to lie.”

(Stamattina sono caduto dal letto
Quando ho realizzato quello che lui aveva detto
E' tutta una pazzia
Ma sono troppo pigro per stare sdraiato).

Ecco che la voglia di non restare nel “letto della depressione e del dubbio”, ecco il movimento.

“And what am I to do?
Just tell me what am I supposed to say?
I can't change the world
But I can change the world in me.”

(E dimmi tu come dovrei fare?
Dimmi solo cosa dovrei dire?
Non posso cambiare il mondo
Ma posso cambiare il mondo in me).

Bono dialoga con Dio, lo interroga perché solo Lui può dare un nuovo senso ai risvegli del giovane. E Bono arriva alla consapevolezza fondamentale e illuminante che forse non potrà cambiare il mondo; si spoglia del suo lato di pretesa onnipotente e salvifica generale, ma sicuramente può cambiare il suo mondo; potrà modificare il suo personale universo interiore. Potrà iscrivere in lui l’Amore, l’Amore di Dio e finalmente potrà gridare a squarciagola, illuminando l’oscurità:
“I rejoice!”
(Io gioisco).



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